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Benvenuti In Questa Splendida Raccolta Di Aforismi E Massime Di Vita


mercoledì 28 novembre 2012

Fermiamo Il Muos


il M.U.O.S. non inquina....UCCIDE!


Il M.U.O.S. (Mobile User Objective System) è uno dei terminali terrestri di un sistema di SATCOM o telecomunicazioni satellitari della marina militare degli Stati Uniti d’America.
Al di là delle applicazioni e implicazioni militari, che fanno di tutta la zona il primo "bersaglio" a cui mirare, per quegli stati del mediterraneo che volessero liberarsi "del controllo americano" sui loro territori, il M.U.O.S., posto all'interno di un territorio densamente abitato, a pochissimi km dalla cittadina di Niscemi e vicinissima ad altri centri come Acate, Vittoria Caltagirone, ecc....altro non è se non la "catastrofica rappresentazione" dell’opera umana nell’ambiente naturale, prova ne è l'enorme devastazione operata all’interno della riserva naturale (SIC) "Sughereta" di Niscemi una volta habitat di una flora ed una fauna meravigliose, ora resa sterile sia dalla forte cementificazione che dalle onde elettromagnetiche ad altissima frequenza delle 41 antenne della base americana che, dal 1991, interferiscono con la sopravvivenza di molte specie animali. Il M.U.O.S. è capace di interferire con le strumentazioni tecnologiche dell’aeroporto Fontanarossa di Catania e d’impedire l’entrata in funzione di quello di Comiso, ostacolando così anche il rilancio dell'economia locale....
Il M.U.O.S. rappresenta soprattutto una grandissima EMERGENZA per la salute umana per i pericolosissimi effetti causati della enorme potenza erogata dalle antenne. Il M.U.O.S. e le 41 antenne già operanti a Niscemi sono nocivi per la salute dei siciliani, così come dichiarato dai Prof. Zucchetti e Coraddu Fisici Nucleari del Politecnico di Torino, in quanto provocano distacchi di retina, cataratte, sterilità e sono causa di vari tumori quali linfomi, mielomi, tumori cerebrali, tumori alla tiroide, melanomi oculari, tumori al testicolo mammella e utero. L’incidenza dei tumori è più elevata purtroppo nei bambini dove è stata accertata la produzione di leucemie. Studi approfonditi di correlazione fra elettrosmog ed insorgenza di tumori sono stati effettuati da molti studiosi di fama internazionale come il Prof. Levis specializzato in Mutagenesi Ambientale presso l’Università di Padova.

sabato 10 novembre 2012

Un’apocalisse cosmica all’origine della Luna


Un’apocalisse cosmica all’origine della Luna.



Com’è nata la Luna? È un dilemma annoso su cui continua a non esserci unanimità di vedute tra gli scienziati, nonostante decenni di studi e analisi della stessa Luna e dei campioni di rocce lunari raccolte dalle varie missioni Apollo. Negli ultimi anni l’ipotesi catastrofista, secondo cui la Luna sarebbe nata come prodotto di una collisione tra la Terra e un grande corpo celeste, era andata declinando in favore della teoria di un’aggregazione graduale di corpi minori (planetesimi), per cui il cosiddetto “sistema doppio” Terra-Luna non avrebbe avuto nulla di particolare nella sua origine. Tre studi appena pubblicati su due riviste di primo piano, Science e Nature, ribaltano questa prospettiva ma non rispondono a tutte le domande, anche se sembra ora che la teoria catastrofista sia vicina a ottenere la conferma definitiva.

Fissione (o fusione?) catastrofica

Già nel 1878 il figlio di Charles Darwin, l’astronomo George Darwin, ipotizzò che la Luna fosse “figlia” della Terra: durante le prime fasi della sua formazione, la Terra ancora incandescente, ruotando molto velocemente su se stessa, avrebbe finito per perdere una parte della sua massa, che sarebbe andata a formare poi la Luna. Darwin individuò nella depressione dell’Oceano Pacifico la prova di questa “fissione” primordiale. L’evolversi dello studio della geologia e della tettonica a placche escluse quest’ipotesi, in quanto la depressione del Pacifico è molto più recente (meno di mezzo miliardo di anni fa), senza contare che la velocità impressa dalla forza centrifuga alla Terra per produrre un simile fenomeno sarebbe dovuta essere tale da farle compiere una rotazione in meno di 3 ore, ipotesi non supportata da nessuna teoria.   






Asteroidi in avvicinamento: ecco tutti quelli che transiteranno vicino alla Terra entro la fine del 2012

asteroidi avvicinamento


Gli asteroidi potenzialmente pericolosi (Potentially Hazardous Asteroids) costituiscono una sottoclasse del più vasto gruppo di asteroidi che possono avere passaggi ravvicinati con la Terra. I PHA possiedono orbite più ravvicinate con il nostro pianeta, circa otto milioni di chilometri, e una grandezza sufficiente a provocare danni rilevanti in caso di impatto.

Le osservazioni su questi oggetti rocciosi sono state condotte grazie ad una flotta di strumenti sia da terra che nello spazio stesso. Uno fra tutti è Wise (Wide-field Infrared Survey Explorer) della Nasa, il quale è riuscito a determinare la stima più accurata mai fatta della popolazione di asteroidi potenzialmente pericolosi del nostro Sistema Solare. I risultati ottenuti dal Wise rivelano le nuove informazioni sul numero totale, le origini e le possibili minacce che potrebbero rappresentare questi oggetti.
Fino ad oggi, sono 1348 gli asteroidi censiti e potenzialmente, e si sottolineapotenzialmente, pericolosi per il nostro pianeta. E a ben guardare la tabella stilata dalla Nasa segnala il passaggio di un gran numero di corpi rocciosi.
Novembre. Considerando il solo mese di novembre, per esempio, si può constatare come, in totale, gli oggetti pericolosi per il pianeta siano ben 13, dei quali 4 non si è avuto riscontro negativo. 2012 UX136, 2007 PA8, 2012 VD5 e 2012 VE26 sono transitati i primi giorni del mese nei pressi della Terra senza che recassero danno, ma solo preoccupazione. Tra questi, il temuto e discusso 2007 PA8, il cui passaggio è avvenuto il 5 novembre, è stato forse quello più atteso. La traiettoria di 2007 PA8 era ben nota già da tempo. Il suo progressivo avvicinamento può essere considerato il più interessante approccio alla Terra dei prossimi 200 anni con i suoi 6,5 milioni di chilometri di distanza da noi. A ben vedere, oggi, 9 novembre transiteranno vicino alla Terra ben due asteroidi: 2012 VB5 e 2012 VA26. Pericolo che sarà riproposto il giorno successivo, il 10 novembre, con gli asteroidi 2012 UV136 e 2012 VQ6. 
Nuove informazioni suggeriscono che i PHA, residenti in orbite a bassa inclinazione, sono circa due volte di più di quanto precedentemente si pensava e, quindi, si allineano in numero maggiore con il piano dell’orbita terrestre. Forse è anche questo uno dei motivi che rendono la metà del mese ricca di “incontri”. Ancora, infatti, l'11 novembre incontreremo 2012 VC26, mentre il 14 sarà la volta di 2012 UY68 e il 17 di 2012 VB26. Il mese, forse il più pericoloso dall'inizio dell'anno, si concluderà con due incontri ravvicinati: il 25 incroceremo 2010 KK1 e il 28 2009 LS.
Dicembre. Ma se novembre è il mese degli incontri più numerosi, sebbene con rocce di dimensioni più esigue (ad eccezion fatta di 2007 PA8 con i suoi 2.4 chilometri di stazza), dicembre sarà il mese che preoccuperà non tanto per la frequenza di tali avvicinamenti, quanto per la grandezza dei sassi spaziali vaganti.
Se ne contano 5. E, tra questi, solo 2009 BS5, la cui traiettoria transiterà vicino a noi l'11 dicembre, è di ridotte dimensioni visti i suoi 11 metri. Gli altri 4 hanno una misura variabile, seppure entro il chilometro o di poco superiore. Quello più esteso sarà 4179 Toutatis che, per dimensione, non è da sottovalutare. Al pari di 2007 PA8, esso risulta di poco più grande: 2.7 chilometri. Ma non c'è da star sereni nemmeno a Natale.
Dopo aver verificato di persona cosa sarà accaduto il 21 dicembre, non saremo certo in grado di tirar sospiri di sollievo. Il 23 dicembre, dopo essere scampati alla profezia Maya, 2003 SD220 e1998 WT24 transiteranno nei pressi del pianeta. L'anno più discusso di tutti tempi si concluderà, finalmente, con l'ultima paura del 2012. Il 29 dicembre transiterà 2003 UC20, un sassolino di un chilometro.
Un'ultima curiosità. Questi oggetti a bassa inclinazione appaiono piuttosto brillanti e più piccoli rispetto agli altri asteroidi che si trovano lontani dal pianeta. Perché? Probabilmente molti dei PHA potrebbero avere avuto origine da una collisione tra due asteroidi nella fascia principale degli asteroidi tra Marte e Giove. L’oggetto più grande potrebbe essersi successivamente staccato, provocando il conseguente distacco di alcuni frammenti che giungono all'interno delle orbite più strette alla Terra diventando, infine, i temuti PHA.

sabato 3 novembre 2012

Misurata per la prima volta la natura ambigua della luce


Risolto uno dei misteri della meccanica quantistica. Nella ricerca anche uno scienziato italiano

Alberto PeruzzoAlberto Peruzzo
Misurata per la prima volta la «doppia» natura della luce, che secondo la meccanica quantistica è composta da fotoni, elementi che sono simultaneamente sia particelle che onde. Un team di fisici dell'università di Bristol, fra cui compare un «cervello in fuga» italiano, Alberto Peruzzo, è riuscito a inventare uno strumento in grado di misurare contemporaneamente la doppia natura dei fotoni. La ricerca è stata pubblicata il 2 novembre sulla rivista Science.
DUALITÀ - La dualità onda-particella dei fotoni è uno degli interrogativi più intriganti della fisica, tanto da esser stato definito «il vero mistero della meccanica quantistica» dal premio Nobel Richard Feynman. Il dibattito fra le teorie ondulatorie e particellari della luce accompagna la storia della scienza fin dagli albori. Isaac Newton nel XVII secolo era il principale sostenitore della teoria particellare, che poi però dovette cedere il passo alla teoria ondulatoria, dopo gli esperimenti di Thomas Young (all'inizio del XIX secolo) per arrivare fino alla teoria dell'elettromagnetismo di James Clerk Maxwell. Nel 1905 fu Albert Einstein a sparigliare le carte: dimostrò che era possibile spiegare un particolare fenomeno, l'effetto fotoelettrico, tornando all'idea che la luce fosse formata di particelle, vale a dire i fotoni. Oggi la teoria quantistica spiega che la natura del fotone dipende dal mezzo di osservazione: particolari misure sperimentali possono attribuire alla luce la natura particellare, altri apparati quella ondulatoria. Il problema è che finora non è stato possibile concepire un apparato sperimentale in grado di misurare contemporaneamente la doppia natura del fotone.
ESPERIMENTO - Proprio qui sta la novità introdotta dal team di Bristol. Peruzzo, Peter Shadbolt e Jeremy O'Brien del Centro di fotonica quantistica hanno fatto squadra con i teorici quantistici Nicola Brunner e Sandu Popescu per concepire uno strumento in grado di misurare simultaneamente sia il comportamento particellare che ondulatorio della luce. Peruzzo spiega che questo dispositivo si incardina su un noto principio, contro-intuitivo come gran parte della meccanica quantistica, vale a dire quello della «non-località». La teoria quantistica va contro il principio della «località» (ciò che accade in un luogo non può influire immediatamente su ciò che accade in un altro luogo) e presenta fenomeni come l'entanglemet, vale a dire che due particelle che nascono dallo stesso processo, ciò che accade a una particella ha effetti istantanei anche sull'altra, indipendentemente dalla distanza che le separa.
NON-LOCALITÀ - Il ricercatore italiano riporta che «l'apparato di misura ha rivelato forte non-località, certificando nel nostro esperimento che il fotone si è comportato simultaneamente sia come un'onda che come una particella. Ciò rappresenta una chiara confutazione dei modelli in cui il fotone è alternativamente o un'onda o una particella». O'Brien, direttore del Centro di fotonica quantistica, aggiunge: «Per condurre questa ricerca abbiamo usato un chip fotonico, tecnologia innovativa inventata a Bristol. Il chip, che è riconfigurabile e perciò può essere programmato e controllato per realizzare circuiti diversi, è una delle tecnologie leader per la costruzione del computer quantistico».

giovedì 25 ottobre 2012

Anche l'Italia a caccia dei pianeti extrasolari La missione europea Cheops: lancio previsto nel 2017

Scienziati italiani mobilitati nella caccia agli esopianeti, cioè i pianeti intorno ad altre stelle della nostra galassia. Un nutrito numero di astronomi dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) appartenenti agli osservatori di Padova, Torino, Catania, Palermo e della Fondazione Galileo Galilei e coordinati dall’Agenzia spaziale italiana (Asi), partecipa al progetto Cheops dell’Agenzia spaziale europea (Esa). Cheops (da Characterizing Exoplanets Satellite) è una piccola missione destinata a puntare gli obiettivi su stelle dove già sono stati individuati intorno dei pianeti e altre dove esiste la forte probabilità che esistano.
OBIETTIVO AMBIZIOSO - L’obiettivo è ambizioso perché si vuol scoprire e indagare corpi planetari mentre transitano davanti alla stella-madre con un raggio da uno a sei volte quello della Terra e con una massa fino a venti volte superiore alla nostra. «Con Cheops potremo misurare la dimensione dei pianeti con grande accuratezza», nota Isabella Pagano dell’Inaf di Catania, «e da questa misura risalire alle altre caratteristiche».
La missione Cheops (Un. di Berna)La missione Cheops (Un. di Berna)
MISSIONE - «La missione sarà realizzata in cinque anni», aggiunge Barbara Negri, responsabile dell’esplorazione e osservazione dell’universo in Asi, «ed è stata scelta fra 26 proposte europee per il suo notevole interesse scientifico». Nella caccia ai pianeti extrasolari gli scienziati italiani hanno già maturato una certa esperienza. All’Università di Padova ricercatori Inaf utilizzano lo spettrografo Harps-N installato sul telescopio nazionale Galileo alle isole Canarie. In Italia saranno realizzati gli specchi primario e secondario del telescopio imbarcato sul satellite, lo schermo protettivo del veicolo spaziale dalla radiazione solare ed anche il sistema di calibrazione per il puntamento.
LANCIO - Cheops verrà lanciato nel 2017 e la stazione Asi di Malindi sarà mobilitata nella raccolta dei dati che poi saranno immagazzinati per lo studio nell’Asi Science Data Center all’Esrin di Frascati. Ora il satellite americano Kepler sta scoprendo centinaia di esopianeti, ma presto dovremo dunque ricevere anche le sorprese dell’europeo Cheops.

martedì 23 ottobre 2012

Fumo, scoperto l'interruttore che riesce a bloccare il desiderio La ricerca del Centre for Addiction and Mental Health di Toronto. L'esposizione alla nicotina provoca l'interazione tra due neuro recettori nel cervello: l'inibitore identificato dall'équipe agisce evitando questo collegamento

Fumo, scoperto l'interruttore  che riesce a bloccare il desiderio  NON BASTA rinunciare per qualche giorno. La voglia di accendere di nuovo una sigaretta può tornare anche quando si è quasi sicuri di aver sconfitto il vizio. Succede a molti ex tabagisti che spesso riprendono a fumare anche dopo mesi di astinenza. Ora in aiuto di chi vuole dire addio in modo definitivo alle bionde, arrivano i primi dati di una ricerca. E' stato individuato un nuovo inibitore che può aiutare i fumatori pentiti a non ricominciare. Lo studio, sperimentato sui topi, porta la firma del Centre for Addiction and Mental Health 1 di Toronto ed è pubblicato sul 'Journal of Experimental Medicine'.
La sperimentazione sui topi. I ricercatori hanno scoperto che nei fumatori più incalliti l'esposizione alla nicotina provoca l'interazione tra due neuro recettori nel cervello: l'inibitore identificato nel corso delle analisi agisce evitando questo collegamento. Nei topi addestrati ad autosomministrarsi la nicotina, l'inibitore non ha avuto nessun effetto sulla loro propensione a cercare la sostanza. Ma nelle cavie 'ex fumatrici', a cui era stata fatta perdere l'abitudine, l'inibitore ha ridotto il numero di recidive dopo l'esposizione a stimoli ambientali in precedenza associati all'assunzione di una dose di nicotina. Secondo gli scienziati, "se l'inibitore funziona allo stesso modo anche nell'uomo, si potrà fornire un nuovo potente strumento per ridurre, nelle persone che hanno smesso di fumare, il desiderio e la voglia di ricominciare".
L'aspetto psicologico. "La novità di questa ricerca è quella di aver studiato principalmente gli aspetti della dipendenza legati agli stimoli ambientali - spiega Roberta Pacifici direttore  dell'Osservatorio fumo, Alcol e droga  dell'Istituto Superiore di Sanità 2- , come, ad esempio, la gestualità e tutto quello che rientra nel comportamento psicologico. Si è spostato l'interesse metodologico che prima si concentrava sulla dipendenza dalla sostanza". Secondo molti esperti infatti l'aspetto psicologico ha un ruolo importante nella dipendenza da fumo. Non è solo la nicotina a creare dipendenza, ma tutta la gestualità legata al consumo di bionde.

I dati. I dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità sul tabagismo sono piuttosto allarmanti: ogni sei secondi il tabacco uccide una persona. Spesso il vizio incomincia molto presto. Una ricerca 3 recente dell'associazione I-think 1, rivela che "chi comincia a fumare a 15 anni ha "una probabilità di morire di cancro tre volte maggiore rispetto a chi inizia 10 anni più tardi". C'è chi per superare il problema e abbandonare il vizio sceglie la sigaretta elettronica, ma secondo una ricerca 4 presentata all'European Respiratory Society (Ers), possono danneggiare bronchi e polmoni. 

I centri in Italia. Per combattere un problema che conseguenze dirette sulla salute di milioni di persone sono state avviate campagne per combattere il tabagismo. Aspettando i risultati definitivi delle sperimentazioni in materia, in Italia è possibile rivolgersi 5 al Telefono verde fumo (800.55 40 88) e a uno dei 400 centri distribuiti sul territorio. 

sabato 20 ottobre 2012

Notte stelle cadenti, le Orionidi illumineranno i cieli di Ottobre


Nel weekend le meteore della cometa Halley splenderanno nei cieli di Ottobre, il picco nella notte tra Sabato 20 e Domenica 21

Le stelle cadenti non ci sono solo ad Agosto, la cometa Halley ci regalerà un affascinante spettacolo anche ad Ottobre, in particolare nella notte tra Sabato 20 e Domenica 21. Parliamo delle Orionidi, con il loro sciame meteorico, attivo dal 16 al 23 ottobre. L’ultima volta la cometa Halley generò questo fenomeno  nel 1986, mentre per il prossimo se ne parlerà nell’estate del 2061. Lo sciame delle Orionidi non e’ quello più duraturo, ma sicuramente tra quelli più belli, infatti le costellazioni saranno visibili in maniera ancora più evidente, illuminate dalla folgorante e veloce luce che solcherà lo spazio. Sono veloci queste stelle cadenti, attraverseranno i cieli sopra di noi ad una velocità di poco superiore ai 65 chilometri al secondo. Questa velocità però ha il vantaggio di farci vedere uno spettacolo ancora più entusiasmante, la possibilità di un’esplosione infatti potrebbe rilasciare delle scie molto luminose visibili per qualche minuto.
Notte stelle cadenti, le Orionidi illumineranno i cieli di Ottobre
Notte stelle cadenti, le Orionidi illumineranno i cieli di Ottobre, Fonte:lifetodream.blogspot.com
Quando avvengono questi fenomeni si mobilitano molti appassionati, che meteo permettendo andranno ad osservare l’atmosfera per fotografare o semplicemente osservare un momento indimenticabile. In questa occasione non saranno necessari telescopi o binocoli, a facilitare le osservazioni contribuirà infatti l’assenza della Luna e una media di circa 30 stelle cadenti all’ora. Sguardi all’insù direzione Est proprio verso la costellazione di Orione. La costellazione è riconoscibile  grazie alle sue stelle brillanti e alla sua posizione vicino all’equatore celeste, che la rende visibile dalla maggior parte del mondo. La costellazione è formata da circa 130 stelle visibili ed è identificabile dall’allineamento di tre stelle che formano la cintura di Orione, queste tre stelle sono chiamate in diversi modi a seconda della tradizione: i Tre Re, i Re Magi, il rastrello, i tre mercanti, i bastoni. Le condizioni meteo saranno favorevoli su gran parte della Penisola, nuvolosità maggiore sulla Sardegna, per una conferma però consultate la sezione Meteo Italia


martedì 16 ottobre 2012

Scoperto Il Pianeta Con Quattro Soli

Rappresentazione artistica nel pianeta con quattro soli PH1 (fonte: Nasa/JPL, Universita' di San Diego)




Ci sono quattro soli che brillano nel cielo di un pianeta distante 5.000 anni luce dalla Terra. E’ una scoperta che sa di fantascienza e che descrive per la prima volta un pianeta che orbita attorno a due soli e che, al suo esterno ha altri due soli. E’ una sorta di valzer, nel quale i due soli all’interno dell’orbita descritta dal pianeta ruotano l’uno attorno all’altro, così come fanno i due soli all’esterno.
Il pianeta è stato chiamato PH1, che sta per PlanetHunter 1, dal nome del programma nel quale astronomi dilettanti utilizzano i dati di risulta del telescopio Kepler, della Nasa, specializzato nel dare la caccia ai pianeti esterni al Sistema Solare. E’ stato così che, analizzando materiale non considerato di primo piano, gli astronomi dilettanti americani Kian Jek e Robert Gagliano hanno individuato il pianeta, il primo scoperto dal programma PlanetHunter. La scoperta è stata successivamente confermata da un gruppo internazionale di astronomi coordinato dall’università statunitense di Yale e presentata a Reno, nel congresso della Società Astronomica Americana.

lunedì 15 ottobre 2012

Scoperto il pianeta di diamante

diamante


Un pianeta interamente costituito di diamanti. È una scoperta decisamente preziosa quella di un team di scienziati provenienti dagli Stati Uniti e dalla Francia. Un pianeta localizzato nellaCostellazione del Cancro e denominato 55 Cancri E. Fu scoperto nel 2004 e misurato per la prima volta nel 2011 dal Telescopio Spaziale Spitzer e subito si contraddistinse per la sua superficie due volte quella del nostro pianeta.

Lo scenario che si è aperto agli occhi degli astronomi è stato quello di un pianeta che, secondo le prime stime, sarebbe interamente costituito di diamanti. Pianeti e planetoidi di diamante sono già stati individuati in passato. Tuttavia, 55 Cancri è il primo individuato di tali dimensioni e il primo ad avere una regolare orbita attorno alla propria stella.
Tra le altre caratteristiche, una velocità attorno alla propria stella della durata di circa 18 ore. La temperatura, inoltre, si aggira attorno ai 1,648 gradi. Inoltre, la sua massa è otto volte più grande.
Lo studio su 55 Cancri è stato condotto da una cooperazione di esperti della Yale University, l'istitute de Reccherche En Astrophysique et Planetologie dell'Università di Toulouse, in Francia. Uno degli astronomi e ricercatore di fisica,Nikku Madhusudhan sostiene che "la superficie di questo pianeta probabilmente è coperta di grafite e diamante piuttosto che di acqua e granito".
Il pianeta è visibile a occhio nudo, sebbene posizionato a 40 anni luce dalla Terra come dimostra la mappa dello Smithsonian Institute. Non brilla particolarmente e sembra sia composto principalmente da carbonio, ferro e carburo di silicio. E, almeno un terzo di pianeta, è probabile sia composto da carbonio sotto forma di diamante.
La ricerca è stata pubblicata su Astrophysical Journal Letters.

giovedì 11 ottobre 2012

FRAMMENTO LUMINOSO SU MARTE? È UN PEZZO DI PLASTICA

Frammento luminoso su Marte? È un pezzo di plastica

Mentre Curiosity, il rover della NASA in missione su Marte, raccoglieva il primo campione di sabbia, un misterioso oggetto luminoso ha attirato l'attenzione dei ricercatori. 

Subito sono state interrotte le operazioni di rilevazione, così da evitare danni ai complicati meccanismi della sonda, e sono cominciate le analisi per capire di che oggetto si trattasse e di quale materiale fosse fatto.

Dopo i primi rilevamenti, sembra che il misterioso oggetto sia semplicemente di plastica. Potrebbe trattarsi di uno dei pezzi di Curiosity, perso dal rover stesso durante i suoi rilevamenti sul suolo marziano. Niente manufatti alieni quindi, almeno per il momento.

La missione si svolge ora sull'area conosciuta come Rocknest, che il robot ha già raggiunto da qualche giorno. Curiosity già oggi ha ripreso la sua attivitá di raccolta e analisi di campioni di suolo marziano.

Non Importa Quanto Sia Stretta La Porta,Quanto Piena Di Castighi La Vita..

Io Sono Il Padrone Del Mio Destino:Io Sono Il Capitano Della Mia Anima!

sabato 6 ottobre 2012

Sequestrato il Muos di Niscemi "Violate le leggi sull'ambiente"


Il provvedimento è stato emesso dal Gip su richiesta della Procura di Caltagirone, a conclusione di indagini avviate nel luglio del 2011. La stazione radio si trova nella riserva naturale 'Sughereta di Niscemi', area a inedificabilità assoluta, in un sito di interesse comunitario.

Sequestrato il Muos di Niscemi "Violate le leggi sull'ambiente"
CALTANISSETTA - La stazione radio delle forza armate Usa, costruita in una riserva naturale a Niscemi (Caltanissetta), è stata sequestrata dalla magistratura per violazione delle leggi sull'ambiente. Oggetto del sequestro sono stati l'area e gli impianti del sistema di comunicazioni 'Mobile usaer objective sistem' (Muos) della stazione 'Naval radio transmitter facility' (Nrtf) di contrada Ulmo. Il provvedimento è stato emesso dal Gip su richiesta della Procura di Caltagirone, a conclusione di indagini avviate nel luglio del 2011. La stazione radio si trova nella riserva naturale 'Sughereta di Niscemi', area a inedificabilità assoluta, in un sito di interesse comunitario. L'esecuzione del sequestro preventivo è stata affidata a carabinieri ed agenti della polizia municipale presso la Procura di Caltagirone, con l'ausilio dei carabinieri della compagnia di Sigonella e degli avieri del 41/o Stormo.

La costruzione del sistema Muos gestito dal Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti avrebbe violato le prescrizioni fissate dal decreto istitutivo dell'area protetta, come dimostrerebbero consulenze tecniche e acquisizione di atti e documenti nella Regione siciliana. Il Muos è un sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza e a banda stretta composto da quattro satelliti e quattro stazioni di terra, una delle quali è in fase di realizzazione proprio in Sicilia, a Niscemi. L'impianto integrerà forze navali, aeree e terrestri in movimento in qualsiasi parte del mondo e ha l'obiettivo di rimpiazzare l'attuale sistema satellitare. L'installazione nell'area di Niscemi è stata al centro di numerose proteste di residenti, rappresentanti locali e associazioni ambientaliste. Il provvedimento del Gip precede di poche ore la manifestazione nazionale di protesta contro l'installazione del sistema radar organizzata dal movimento 'NoMous', prevista per oggi pomeriggio davanti alla riserva naturale di contrada Ulmo. La vicenda sui possibili danni per l' ambiente e per la salute umana provocati dalla realizzazione del Muos fu sollevata nel 2007 dal senatore di Insieme con l'Unione, Mauro Bulgarelli, che presentò un'interrogazione al ministro della Difesa dopo un'inchiesta di Rainews24. Solo un anno dopo il sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino, chiese l'intervento dell'Agenzia regionale per l'ambiente (Arpa) per capire se l'installazione della nuova stazione di controllo terrestre delle forze armate degli Stati Uniti, può provocare danni ambientali o alle persone. Da allora cominciò a formarsi un vasto movimento d'opinione che si è espresso contro l'installazione delle enormi parabole militari a Niscemi e che ha portato alla nascita del "no Muos". In questi anni si sono svolte numerose manifestazioni e marce contro l'impianto. Nell'ottobre dell'anno scorso il Tar di Palermo respinse il ricorso del Comune di Niscemi che chiedeva la sospensiva per bloccare i lavori di installazione del Muos dopo il "sì" della Regione. Il sindaco di Niscemi Giovanni Di Martino si appellò al Cga ma anch'esso respinse il ricorso.

giovedì 4 ottobre 2012

iPad Mini, pochi giorni al debutto

ipad mini 10 17 ottobre
La prima foto dell'iPad Mini secondo il sito cinese Bolopad (Fai clic sull'immagine per visualizzarla ingrandita)

Il fratello minore dell'iPad avrebbe schermo da 7,85 pollici e prezzo accattivante.

Dell'iPad Mini si parla davvero da molto tempo, e non senza motivo: praticamente tutti i concorrenti di Apple hanno a catalogo un tablet con schermo da 7 pollici, mentre l'azienda di Cupertino finora ha presentato un unico modello da 9,7 pollici (e di grande successo, bisogna ammettere).
Questa volta, però, pare che ci siamo davvero. Le voci trapelate arriverebbero direttamente dalle aziende che si occupano della produzione delle varie parti.
Per esempio, le indiscrezioni (riprese e confermate anche dal Wall Street Journal) affermano che LG e AU Optronics si occuperanno di realizzare tutti i componenti, mentre l'assemblaggio sarebbe affidato da Foxconn e dovrebbe avvenire nella struttura brasiliana dell'azienda cinese.
Si parla persino di date, e le si indica come imminenti: Apple sarebbe intenzionata a svelare l'iPad Mini tra pochi giorni, il 10 oppure il 17 ottobre, con un evento dedicato a breve distanza da quello che servì a presentare l'iPhone 5.
Quanto alle specifiche hardware, la diagonale dello schermo dovrebbe misurare 7,85 pollici, mentre la risoluzione del display dovrebbe fermarsi a soli 1024x768pixel (dunque non saremmo in presenza di un Retina Display); è evidente, se così stanno le cose, che i veri avversari dell'iPad Mini sono il Nexus Tablet di Google e ilKindle Fire di Amazon.
Il resto dell'hardware sarebbe piuttosto standard - fotocamera frontale e posteriore, slot per SIM (supportate anche le reti 4G), connettore Lightning - prezzi dovrebbero essere relativamente economici, e oscillare tra i 249 e i 299 dollari.

mercoledì 3 ottobre 2012

Steve Jobs parlava di iPad già nel 1983





Quando si parla di Steve Jobs, l’aggettivo che si usa accanto al suo nome è spessovisionario. A buona ragione, visto che il fondatore di Apple si è dimostrato nel corso del tempo in grado di anticipare notevolmente in tempi, in più di un’occasione.
È questo il caso di un suo discorso risalente al 1983 presso l’International Design Conference di Aspen, fino a oggi perso ma “recuperato” da Marcel Brown, che grazie a una cassetta magnetica vecchio stile ha avuto modo di pubblicare l’intera sessione dalla quale emergono interessanti dettagli proprio sullo Steve Jobs visionario.
Ecco infatti cosa diceva nel 1983:
“La strategia di Apple è molto semplice. Quello che vogliamo fare è mettere un computer incredibilmente grande in un libro che si possa portare con sé, e imparare a usarlo in 20 minuti. Questo è quello che vogliamo fare e vogliamo farlo in questo decennio. Vogliamo metterci un collegamento radio in modo che non ci si debba connettere a nulla per essere in connessione con tutti i grandi database e gli altri computer.
[…] Uno di questi giorni, quando avrete computer portatili con radio all’interno, camminerete per Aspen leggendo i messaggi.”
Come vi suona? È di fatto la descrizione di un iPad, ben ventisette anni prima del suo arrivo sul mercato. Jobs era sicuramente troppo ottimista nel sostenere di volerlo creare entro il decennio di allora, ma resta comunque straordinaria la sua visione di un prodotto che a distanza di numerosi anni avrebbe rivoluzionato il mercato dell’elettronica di consumo.
L’intero discorso, compresa la sessione di botta e risposta recuperata oggi, può essere ascoltato per intero all’indirizzo linkato a inizio post.

martedì 2 ottobre 2012

Rispunta il Ponte sullo Stretto? Ma il magna-magna non si è mai fermato



'Rispunta il Ponte sullo Stretto`, titolano le agenzie di stampa. Noi non l`abbiamo mai visto sparire. Abbiamo sempre descritto il Mostro sullo Stretto come un collettore di soldi pubblici verso cricche pubbliche e private. Esso, infatti, è il paradigma della mega infrastruttura, un progetto senza opera, gestito da un sistema d`imprese senza lavoratori, che sub-appaltano gli interventi a terra, arricchendo contractor del Nord e impoverendo le imprese locali, una manna per studi di progettazione e consigli d`amministrazione.

Basterebbe guardare a quanto accaduto per le opere di trivellazione finalizzate alla redazione del progetto per rendersi conto dell`imbroglio. Dei 125 lavoratori impiegati solo 5 erano messinesi e i soli 15 direttamente dipendenti da Eurolink (il General Contractor per la progettazione e la realizzazione del Ponte sullo Stretto) sono stati licenziati immediatamente dopo la chiusura dei cantieri.

Eppure noi avremmo davvero bisogno di cantieri. Cantieri per la messa in sicurezza dei costoni delle colline che franano ad ogni pioggia, dei letti di fiumi e dei torrenti cementificati e imbrigliati da un`urbanizzazione selvaggia. Cantieri per la messa in sicurezza sismica dei nostri edifici, cantieri per la riqualificazione dei paesi e dei centri storici. Cantieri per la modernizzazione della nostra rete viaria e la ferroviaria.

Ma perché allora continuano a sprecare soldi pubblici (500 milioni quelli già spesi per il Ponte) per le grandi opere? Perché i cantieri che noi proponiamo di aprire sono veri, fanno lavorare persone in carne ed ossa e ridistribuiscono la ricchezza. Loro, invece, i nostri nemici (i nostri nemici, non i nostri avversari) hanno bisogno di suggestioni mediatiche prive di lavoro umano attraverso le quali ottimizzare i profitti e avviare speculazioni finanziarie.

In questo loro progetto hanno avuto negli anni tanti compagni di strada, a destra e a sinistra. Il modello di cui sono portatori è stato legittimato da quanti disquisiscono dei dettagli senza cogliere le ragioni profonde del grande inganno che sta dietro a parole come Grande Opera, Project Financing, General Contractor. E contro il sistema del Contraente Generale si è schierata persino L`ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) Sicilia che lo definisce come un sistema di affidamento che, scavalcando le regole e i controlli delle gare d`appalto con procedura aperta, nei fatti si traduce nella morte delle imprese locali.

Si tratta di un modello che non è sensibile e non può esserlo alla ricchezza sociale, alla creatività, all`inventiva che la nostra terra produce. Ricchezza, creatività, inventiva incarnate dalle decine di migliaia di giovani che stanno abbandonando la Sicilia e che continueranno a farlo se non si farà saltare per aria quell`intreccio tra mafie, corruzione e clientele che drena tutte le risorse.

Se i protagonisti di questo modello hanno trovato come alleati sulla loro strada coloro che hanno cincischiato con il cambio della ragione sociale della Stretto di Messina Spa, con le opere compensative, con le strategie per non pagare la penale, contro di loro, invece, c`è stato il movimento, con tutta la sua molteplice ricchezza, che ha riempito le piazze e le strade con una piattaforma chiara e non emendabile:
- chiudere la Stretto di Messina Spa;
- rescindere il contratto con Impregilo;
- non riconoscere alcun debito o penale.
Su questa piattaforma torneremo nuovamente in piazza e riempiremo le strade. Noi siamo certi di essere dalla parte giusta.

sabato 29 settembre 2012

Aulin (Nimesulide): l’Italia lo commercializza e il resto dell’Europa lo vieta!


In Italia viene consumata una percentuale pari al 60% della produzione mondiale, ma qualche altro Paese europeo si è già accorto della sua pericolosità; stiamo parlando del principio attivo Nimesulide, commercializzato in Italia con il nome di Aulin (e non solo).
In altri paesi come Spagna, Finlandia e Irlanda non viene venduto dal 2002 dopo che diversi pazienti hanno subito un trapianto di fegato per i gravi danni causati, probabilmente, da questo medicinale.
In mercati ghiotti come Giappone e Stati Uniti per il principio attivo non è stato nemmeno mai richiesta la registrazione.
Vi dico solo che un paio d’anni fa, da un’inchiesta del pm Raffaele Guariniello, è emersa la presenza di un filmato che ritraeva il numero due dell’agenzia, Pasqualino Rossi, mentre riceveva una mazzetta da un mediatore di una casa farmaceutica per “lasciare tranquillo” l’Aulin.
Invece di lamentarsi per la vendita libera dei medicinali anche all’interno dei supermercati, sarebbe il caso che i farmacisti di tutta Italia protestino per la commercializzazione di questo farmaco pericolosissimo.
Il problema è che, come si sa, in Italia si va avanti esclusivamente con la corruzione.

venerdì 28 settembre 2012

Su Marte Una Volta C'Era L'Acqua


Il letto dell’antico fiume marziano scoperto dal robot laboratorio Curiosity (fonte: NASA/JPL-Caltech/MSSS)



Per la prima volta su Marte sono state viste le tracce di un antichissimo fiume, nel quale una volta l’acqua scorreva abbondante e che può essere considerato la prima indicazione di un ambiente potenzialmente abitabile: lo ha scoperto il robot laboratorio Curiosity della Nasa .
Che in un lontano passato scorressero fiumi su Marte lo aveva dimostrato la composizione di alcune rocce, ma mai prima d’ora era stata trovata una roccia scavata dallo scorrere dell’acqua, la cui forma permette di calcolare perfino la velocità alla quale l’acqua scorreva abbondante e costantemente. E’ la prima indicazione di un ambiente potenzialmente in grado di accogliere forme di vita .
 ‘’Dalle dimensioni del letto del fiume possiamo dedurre che l’acqua scorresse alla velocità di poco meno di un metro al secondo e la sua profondità era confrontabile con la distanza fra l’anca e la caviglia’’, ha detto uno dei responsabili scientifici della missione, William Dietrich, dell’Università della California a Berkeley. ‘’Si è scritto moltissimo sui fiumi di Marte, facendo tante ipotesi sulla loro portata, ma questa – rileva Dietrich – è la prima volta che osserviamo direttamente il letto di un corso d’acqua su Marte’’. Avere a disposizione queste immagini rappresenta, per il ricercatore, ‘’il passaggio da una fase di pura speculazione all’osservazioni diretta relativa alle dimensioni dei corsi d’acqua marziani ‘’.
Curiosity ha scoperto il letto del fiume lungo il tragitto dal luogo in cui si è posato sul suolo marziano il 6 agosto scorso, sul bordo settentrionale del cratere Gale, verso il misterioso Monte Sharp, la formazione altra 5.500 metri che si trova al centro del cratere.
A dare manforte alle prime osservazioni fatte da Curiosity sono arrivate le immagini riprese dalle sonde americane in orbita intorno al pianeta rosso, che permetteranno di approfondire l’analisi sulla struttura dell’antico letto del fiume. Le prime immagini mostrano che il letto è circondato da una grande quantità di detriti alluvionali fra i quali si riconoscono le tracce di strutture simili a corsi d’acqua che si trovano a monte dell’antico fiume.
La forma arrotondata di alcune rocce del letto del fiume indicano che sono state trasportate per una lunga distanza dal corso d’acqua, fino al luogo chiamato Peace Vallis, che confluisce nella pianura alluvionale. L’abbondanza  dei detriti in quest’area suggerisce inoltre che l’acqua abbia continuato a scorrere nel fiume per molto tempo: era tutt’altro, quindi, che un fenomeno temporaneo. Nel letto del fiume le rocce sono numerosissime e vanno dalle dimensioni di un granello di sabbia fino a quelle di una pallina da golf. Anche l loro forme sono diverse: alcune sono aguzze, altre smussate e arrotondate. ‘’Questa varietà di forme ci indica che le rocce sono state trasportate e le dimensioni ci dicono che non è stato il vento a trasportale le rocce, ma un flusso d’acqua’’, osserva un altro dei responsabili della missione, Rebecca Williams, dell’Istituto di Scienze Planetarie di Tucson.
 Il fatto che su Marte scorressero fiumi ‘’è indice di un pianeta abitabile’’, osserva John Grotzinger, del California Institute of Technology (CalTech) di Pasadena e responsabile della missione Mars Science Laboratory  (Msl), della quale fa parte Curiosity. ‘’Il nostro obiettivo principale – aggiunge - resta il Monte Sharp, ma questa scoperta segna già la prima individuazione di un ambiente potenzialmente abitabile.